Buona parte della storia delle partecipazioni della Moto Guzzi al Rally Dakar si deve all’architetto bergamasco Claudio Torri, che prese parte come privato anche alla decima edizione della gara – nel 1988 – fermandosi alla seconda tappa (la prima in terra africana). La Tropicana, questo dal nome del main sponsor, venne chiamata TAP dall’acronimo “tutto a posto”, rassicurazione che dava lo stesso Torri quando gli capitava di cadere.
La moto venne assemblata in soli tre mesi grazie al supporto dei tecnici della casa di Mandello: su un telaio inedito in acciaio al nichel-cromo-molibdeno collegato ad un forcellone scatolato, venne montato un propulsore big block 750 cm³ a due valvole con teste tonde, accoppiato ad un cambio con innesti a denti dritti e ingranaggio personalizzato per ottenere una buona trazione sulla sabbia.
Era dotata di frizione sinterizzata, forcella Marzocchi da 42 mm con escursione 260 mm, ammortizzatori Bitubo con escursione 250 mm, freni monodisco Brembo (260 mm fissi al posteriore e 300 mm flottanti all’anteriore), un serbatoio in alluminio di circa 44 litri, batteria sigillata Yuasa, cerchi Akront ad alta resistenza e gomme Michelin Desert con “bib-mousse” (inserti ad anello in gomma piena). L’equipaggiamento da corsa prevedeva un roadbook meccanico ed un contachilometri elettrico: peso complessivo di 207 kg, per 67 CV.