Moto Guzzi fornì nel 1963 un monocilindrico di 250 cc per una vettura da record: la Stanguellini Colibrì, prodotta in esemplare unico su telaio progettato da Stanguellini, dotata di carrozzeria aerodinamica disegnata da Franco Scaglione e realizzata dalla “Gransport” di Modena.

Inizialmente avrebbe dovuta essere equipaggiata con il propulsore ad otto cilindri da 500 cm³ della Moto Guzzi, ma i costi per lo sviluppo automobilistico di un motore tanto complesso e la maggiore convenienza pubblicitaria per la quarto di litro, fecero preferire l’impiego del monociclindrico bialbero raffreddato ad aria con cambio a cinque marce, derivato dalla Gambalunghino, e messo a punto dalla casa motociclistica di Mandello del Lario per il tentativo di record.

La notevole potenza di 29 CV, la curata profilatura e la leggerezza strutturale della Colibrì, permisero ai piloti Angelo Poggio e Pietro Campanella di conquistare sei record mondiali di classe sulla media distanza, il 9 ottobre 1963, sull’anello di alta velocità dell’Autodromo di Monza.