La Lodola si era dimostrata una motocicletta tranquilla e di indole turistico-utilitaria, con prestazioni buone ma non sufficienti per utilizzarla in competizioni per macchine “derivate”, e pertanto si decise di abbandonare particolari e sofisticate soluzioni tecnologiche, più propense ai guasti, e di puntare più sull’affidabilità: per questo, a partire dal 1959 venne introdotta una nuova versione, la Gran Turismo, con motore di 235 cm³, distribuzione ad aste e bilancieri (ritenuta più affidabile della monoalbero).
Il modello riprendeva idealmente l’eredità dell’Airone e divenne in poco tempo una delle “quarto di litro” più diffuse, adatta sia per il turismo che per il lavoro.
La versione 235 cm³ monoalbero diede origine alla Lodola Regolarità che venne venduta anche ai piloti privati (ottanta circa gli esemplari costruiti).
Nel 1965 venne infine presentata una nuova edizione della Sport, con un motore maggiorato a 247 cm³ (alesaggio per corsa 68×68 mm), con varie migliorie (cilindro in lega leggera con canna cromata, scarico a due tubi e ruote di maggior diametro, per una potenza potenza di 18 CV ed una velocità massima di 140 km/h): essa però rimase solamente allo stato di prototipo e, con l’avvento della SEIMM, il progetto venne accantonato.
Motore | monocilindrico inclinato, quattro tempi |
Cilindrata | 235 cm³ |
Alesaggio | 68 mm |
Corsa | 64 mm |
Potenza | 11 CV a 6500 giri/min |
Rapporto di compressione | 9:1 |
Frizione | multidisco in bagno d’olio |
Cambio | sempre in presa a quattro rapporti con comando a pedale |
Trasmissione | primaria a ingranaggi elicoidali, secondaria a catena |
Telaio | a doppia culla in tubi e lamiera |
Passo | 1314 mm |
Sospensione anteriore | forcella teleidraulica |
Sospensione posteriore | forcellone oscillante con ammortizzatori teleidraulici |
Pneumatici | anteriore rigato 2.50-18″, posteriore scolpito 3.00-17″ |
Freni | a espansione: anteriore manuale, posteriore a pedale |
Peso | 109 kg |
Velocità massima | 120 km/h |
Capacità serbatoio | 12 litri |