La ripresa delle competizioni dopo la seconda guerra mondiale portò allo sviluppo di un modello nuovo: la 250 bicilindrica, progettata da Antonio Micucci sulla scia della Tre cilindri compressore dei primi anni ’40.
Si fece ampio uso di leghe leggere: electron (lega di magnesio e alluminio) per motore e freni, idronalio (alluminio, da magnesio, silicio e manganese) per il telaio, camere di combustione in bronzo all’alluminio.
Ne vennero realizzate due versioni (nel 1947 e nel 1948), ridisegnando l’avantreno e i serbatoi, ma le prove non furono all’altezza delle aspettative: risultava infatti poco più potente, ma molto meno maneggevole rispetto all’Albatros e si preferì continuare nello sviluppo del motore monocilindrico.
Motore | due cilindri affiancati inclinati orizzontale, quattro tempi |
Cilindrata | 247,2 cm³ |
Alesaggio | 54 mm |
Corsa | 54 mm |
Potenza | 25 CV a 9000 giri/min |
Rapporto di compressione | 10:1 |
Frizione | multidisco in bagno d’olio |
Cambio | sempre in presa a quattro rapporti con comando a pedale |
Trasmissione | primaria a ingranaggi cilindrici, secondaria a catena |
Telaio | monotrave in tubo e lamiera |
Passo | 1420 mm |
Sospensione anteriore | forcella teleidraulica |
Sospensione posteriore | forcellone oscillante con ammortizzatore idraulico |
Pneumatici | anteriore 2.75-21″, posteriore 3.00-21″ |
Freni | a espansione: anteriore manuale, posteriore a pedale |
Peso | 125 kg |
Velocità massima | 170 km/h |
Capacità serbatoio | 21 litri |