1983: si comincia con una piccola fotocamera, un regalo inaspettato… Il modello Flash-S di Fuji era una compatta semplice, ad esposizione fissa e trascinamento della pellicola mediante rotella di carica; era dotata anche di un piccolo flash.
L’obiettivo da 38 mm f/4 (3 elementi) faceva il suo lavoro, senza pretese né sorprese, con quattro preimpostazioni della distanza di messa a fuoco.
Dopo diversi anni, nel 1991 arriva la mia prima reflex! Lanciata sul mercato proprio nei primi anni ’90 ad un prezzo decisamente interessante (la macchina veniva venduta con l’obiettivo EF 35-80 mm e il flash SpeedLight 200E), la EOS 1000 è stata lo strumento per le prime immagini di cui cercavo di programmare il risultato, insomma dei primi esperimenti.
Il corpo era interamente in plastica (anche l’attacco per le ottiche era in policarbonato, soluzione che poi Canon ha abbandonato) ed era dotata delle nuove modalità AF One-Shot e AI Servo, che integravano i tradizionali modi di esposizione già presenti sulle fotocamere di fascia alta.
Canon EF 35-80 mm f/4-5.6
Produzione | Settembre 1990 |
Costruzione ottica (lenti/gruppi) | 8/8 |
Apertura minima | 32 |
Distanza minima messa a fuoco (m) | 0,37 |
Ingrandimento massimo (x) | 0,25 |
Diametro filtro (mm) | 52 |
Dimensioni D x L (mm) | 68,6 x 61 |
Peso (g) | 180 |
Canon EF 75-300 mm f/4-5.6
Produzione | Marzo 1991 |
Costruzione ottica (lenti/gruppi) | 12/9 |
Apertura minima | 45 |
Distanza minima messa a fuoco (m) | 1,5 |
Ingrandimento massimo (x) | 0,25 |
Diametro filtro (mm) | 58 |
Dimensioni D x L (mm) | 73,8 x 122 |
Peso (g) | 500 |
Canon Speedlite 200E
Tipo | Automatico TTL |
Numero guida (m) | 20 (ISO 100) |
Copertura (mm) | 35 |
Durata lampo (s) | 1/1000 o inferiore |
Tempo ricarica (s) | Da 0,5 a 4 |
Dimensioni (mm) | 160 x 72 x 45 |
Peso (g) | 130 |
Soligor TIF-340AF
Tipo | Automatico TTL |
Numero guida (m) | 24 (ISO 100) |
Copertura (mm) | 35 |
Durata lampo (s) | 1/1000 – 1/5000 |
Tempo ricarica (s) | 5 |
Dimensioni (mm) | 64 x 104 x 41 |
Peso (g) | 250 |
Nello stesso periodo ho ereditato questo gioiello: si tratta della più piccola fotocamera meccanica ad usare il formato 35mm (le sue dimensioni infatti sono 97 x 32 x 60 mm). Smarrita in vacanza nel 1994 (no comment), l’ho poi riacquistata poi su eBay.
È equipaggiata con un luminoso obiettivo rientrante Sonnar 40 mm f/2.8 a cinque lenti, che chiude fino a f/22 e mette a fuoco su scala metrica a partire da 90cm (il mirino è di tipo galileiano). Sul frontale sono presenti due ghiere simmetriche, a sinistra per la selezione della velocità di scatto (otturatore a lamelle Compur con velocità da 1/2 a 1/50 di secondo, più la posa B) e per la memorizzazione del tipo di pellicola impiegata, a destra per l’impostazione del diaframma e della sensibilità (da 25 a 1600 ASA). Sul tettuccio, soltanto la leva di carica rapida, il pulsante di scatto e la finestrella del galvanometro dell’esposimetro Gossen con la fotocellula al CdS (posta sul frontale). La staffa del flash con il contatto diretto, il contapose automatico ed il manettino di avvolgimento sono invece posti sul fondello che, insieme al dorso, viene asportato completamente per il caricamento della pellicola.
La fotocamera è “Made by Rollei – Singapore”, dove la casa madre delocalizzò la produzione anni ’70.
Per sostituire la EOS 1000, qualche anno più tardi ho acquistato una Canon EOS 650 usata, una macchina decisamente più solida che per Canon aveva rappresentato il passaggio dalla gamma di obiettivi FD per un nuovo innesto EF (Electro Focus): le leve e i collegamenti meccanici tra la fotocamera e l’obiettivo erano stati sostituiti con un sistema completamente elettronico, che presto sarebbe stato ripreso da tutte le altre aziende produttrici.
Pratica ed essenziale, con buone caratteristiche di ripresa.
La Bencini CMF (Costruzioni Meccaniche Fotografiche) era un’azienda italiana che, dall’inizio del secolo scorso fino ai primi anni ’80, ha realizzato una serie di modelli molto diffusi, tra i quali la Comet II. Monta pellicola nel raro formato 127, da cui si ottengono 16 scatti 3×4; il corpo macchina è in metallo, l’obiettivo è 55mm e l’apertura è fissa intorno a f/11; fuoco da un metro a infinito; posa normale e B.
Il primo modello Agfa del 1969 per il (nuovo, per l’epoca) formato Kodapak come alternativa al classico rullino (il negativo 35mm veniva già pre-caricato in un supporto di plastica a tenuta di luce, da inserire agevolmente nella macchina). Impostazioni essenziali: messa a fuoco fissa all’infinito, diaframma fisso a f/12 e tempo di scatto singolo a 1/60 sec. Era predisposta per l’utilizzo dei flash a cubo, più pratici ed economici dei classici modelli a lampadina singola.
Macchina fotografica instantanea introdotta da Polaroid negli anni ’70: uno dei modelli di maggiore successo della storia del marchio. Era comunque dotata di un esposimetro di tipo CDS e d un contatto per l’uso dei flash. Realizza foto a colori di formato quadrato con dimensioni 8x8cm ed impiega cartucce di tipo “Polaroid SX-70” che incorporano al loro interno le batterie di alimentazione della macchina: sebbene fuori produzione, questa cartucce vengono attualmente fabbricate da una azienda chiamata “The Impossibile Project” che ha rilevato gli stabilimenti e i processi produttivi di Polaroid.