Da questa sera si recita a soggetto, ovvero si improvvisa. Come prevedere dunque cosa accadrà proprio durante lo spettacolo che vedrete voi? Dipende dal pubblico, dal clima, dagli attori, da chi sceglierà di parlare per primo. A soggetto, ovviamente; a braccio, con dei punti fissi ma senza copione.

Si parte dalla pièce di Pirandello, il quale nell’avvertenza posta in testa al terzo dramma della “trilogia del teatro nel teatro” si premura di scrivere al primo rigo: “L’annunzio di questa commedia, così nei giornali, come nei manifesti, dev’esser dato, senza il nome dell’autore”. Ovvero senza il suo di nome. E nell’elenco degli attori e delle attrici in cartellone mette al primo posto: “col concorso del pubblico che gentilmente si presterà”.

Da questo testo si parte per un viaggio, sempre accompagnati dal capocomico Paolo Rossi e la sua compagnia di giro, in un percorso pirandelliano, ma profondamente attuale. La vita nel teatro, dunque, ma anche il teatro nella vita, ovvero il nostro bisogno continuo di mostrarci performanti in tv e sui social.

Lo svelamento di questo testo dovrebbe venire direttamente sul palco, dal vivo, ma solo a patto che tutti s’improvvisi all’unisono.
In realtà, poca improvvisazione e troppo repertorio.