Franco Branciaroli chiama a raccolta tre generazioni di attori che appartengono alla storia del teatro italiano: Gianrico Tedeschi, 95 anni; Ugo Pagliai, 78 anni; Maurizio Donadoni, 57 anni.

Lungo il Tevere, in un tempo-spazio indefinito, resti di umanità attendono la Fine.
Pol dorme sempre, sonnecchia in un letto sfatto e ciò nonostante riesce a farsi obbedire da Pot che non dorme mai e subisce ogni tipo di vessazione perché non ha il coraggio di abbandonarlo.
Il Supino, che crede di esseree, Immortale, parla solo con Pot, bisbigliano. Forse Pot è l’unico che lo capisce. Sono insieme per necessità e per un Destino. Pol e Pot si agitano per cercare una “Fine” desiderata con timore, mentre il Supino immobile pensa e ripensa al senso della sua esistenza.

Una storia “lunare”, più che assurda, sorvegliata della Morte e sviluppata con la leggerezza tipica delle cose essenziali.