Silvio Orlando è regista e interprete del capolavoro satirico di Denis Diderot, scritto nella seconda metà del settecento.
È la parabola grottesca di un musico fallito, nipote del più celebre Jean-Philippe Rameau, che conversa con lo stesso Diderot snocciolando episodi e aneddoti della propria vita. Un cortigiano convinto, amorale per vocazione, che nella sua imbarazzante assenza di prospettive edificanti, nella riduzione della vita a pura funzione fisiologica, riesce in maniera paradossale a ribaltare la visione del bene e del male, del genio e della mediocrità, della natura umana e delle possibilità di redimerla, offrendosi attraverso i secoli come un nitido archetipo di libero servo, innocua foglia di fico per padroni a tolleranza variabile.
Ringrazio la signora – seduta accanto – che ha tossito, starnutito ed emesso suoni non meglio specificati per tutta la durata dello spettacolo: una bella aspirina prima di andare a teatro forse poteva essere d’aiuto!
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