I morti e gli ergastolani hanno una cosa in comune, non temono i processi.
I morti perché non possono finire in galera.
Gli ergastolani perché dalla galera non escono più.
Chi ruba una mela finisce in galera anche se molti pensano che rubare una mela è un reato da poco. e chi ruba due mele? chi ne ruba cento? quando il furto della mela diventa un reato? c’è un limite? c’entra con la qualità della mela? la legge è uguale per tutti e i giudici non si mettono a contare le mele. la statua della giustizia davanti al tribunale ha una bilancia in mano, ma entrambi i piatti sono vuoti. non è una bilancia per pesare la frutta.

Sono le parole di un detenuto che sta scrivendo il discorso. un discorso importante nel quale cerca di rimettere insieme i pezzi della propria storia, ma anche di una formazione politica avvenuta in cella attraverso i tre libri che l’istituzione carceraria gli permette di consultare. chiede aiuto a Mazzini. un Mazzini silenzioso e sconfitto.

Quand’è che l’avete capito che era finita, mazzini?
Quando finisce la rivoluzione?
Finisce a roma nel ’49 con la fine della repubblica?
O con le insurrezioni degli anni ’50?
Con le impiccagioni e le fucilazioni di belfiore che faranno guadagnare a francesco Giuseppe il soprannome dell’impiccatore?
Con l’insurrezione di Milano del ’53?
Qualche migliaio di uomini che assaltano caserme e posti di guardia e sperano nella diserzione dei soldati ungheresi che invece non ci pensano proprio. Alla fine vengono giustiziati in 16.
Quella volta Marx scrisse che la rivoluzione è come la poesia, non si fa su commissione.
Quando è che avete pensato “siamo sconfitti”, Mazzini?

Un racconto di cento minuti.
Ascanio è da solo in uno spazio di due metri per due. Un fondale con alcune immagini, ritagli di giornali e manifesti di uno spettacolo. Un palco di metallo che è anche un piccolo prato artificiale sul quale va in scena la prova per un discorso. Un banchetto rosso tra palco verde e fondale bianco. Due musiche accompagnano la narrazione, un brano surf e una variazione di Chopin su un’aria di Bellini. Cinque personaggi. Un narratore-personaggio che parla in prima persona.
Con lui ci sono due padri, uno di sangue e uno ideale. Accanto si muovono due abitanti della prigione che è il luogo dell’azione. Sono un secondino detto l’intoccabile, padrone concreto della vita del carcere, e un immigrato africano che dorme cinque minuti ogni ora.